L’aggressività è per la maggior parte dei proprietari il più preoccupante, tra i comportamenti messi in atto dai cani.
Come premessa vorrei chiarire che in natura l’aggressività (troppo spesso definita erroneamente “cattiveria”) è di per sé una risorsa e non un problema; fondamentale per difendersi e cacciare e dunque sopravvivere!
È quindi un tema un po’ spinoso perché dobbiamo contestualizzare questa aggressività dei cani alla nostra società in cui le regole di convivenza sono quelle umane; molto spesso infatti ciò che è un comportamento sano e funzionale per un cane non è considerato tale da una persona…è di fatto socialmente inaccettabile.
Per forza di cose, in quanto responsabili del nostro animale dobbiamo cercare quindi di capire bene perché vengono messi in atto comportamenti aggressivi e se/come eventualmente gestirli.
Ogni comportamento è la risultante dell’interazione tra caratteri ereditati geneticamente più o meno preponderanti, e fattori ambientali, cioè derivanti dalle esperienze di vita.
Buone notizie!
L’aspetto interessante e rincuorante per ciò che riguarda comportamenti potenzialmente pericolosi, quali possono essere una spiccata aggressività del cane è che il genotipo, cioè il corredo genetico codificato ereditato, cioè la componente genetica che è immutabile, incide solo in parte a determinare un comportamento, che quindi nella maggior parte dei casi può essere corretto attraverso l’esperienza.
Il ruolo dell’educatore cinofilo è quindi determinante proprio in quest’ottica; ovvero aiutare il cane guidandolo attraverso un percorso mirato basato sull’esperienza, a rivalutare e a superare quelle difficoltà che generano in lui una risposta aggressiva.
Ulteriori possibilità ci arrivano da alcuni recenti studi sugli ormoni del professor Evan L.MacLean; attraverso dei test in cui numerosi cani sono stati posti di fronte a determinati stimoli, si è visto infatti che quelli che avevano risposto in maniera maggiormente aggressiva, avevano una concentrazione più elevata dell’ormone della Vasopressina ed una più bassa dell’ ormone dell’ Ossitocina (“ormone dell’ amore”).
Per ora sono studi ancora in fase sperimentale, ma molto probabilmente arriveranno in breve tempo ad essere un’ulteriore supporto per affrontare queste problematiche.
Laddove infatti in casi eccezionali non bastasse un percorso con un professionista, basato sull’esperienza, potrebbe essere d’aiuto una terapia farmacologica che vada ad abbassare il livello della Vasopressina e ad alzare quello dell’ Ossitocina.
Nel frattempo…per il vostro bene e quello dei vostri cani, rivolgetevi sempre ad un professionista, lasciando da parte i consigli dispensati sempre più frequentemente da sedicenti esperti che si incontrano nei parchi e nelle aree cani!